Una tromba d’aria ha travolto, nel pomeriggio di ieri, le zone della riviera del Brenta tra Dolo e Mira, in provincia di Venezia. Un uomo è morto e 92 persone sono rimaste ferite. Almeno centocinquanta persone sono state costrette a passare la notte fuori casa per i danni provocati dalla forza del vento e della pioggia.
Sono decine le case scoperchiate, gli alberi sradicati, i veicoli finiti nei canali. Numerose dimore storiche danneggiate e la Villa Santorini Toderini Fini addirittura completamente rasa al suolo. La stessa sorte è toccata a diversi capannoni industriali dei grandi marchi italiani, che hanno sede nella zona. I sindaci locali hanno già valutato danni per milioni di euro.
Secondo la scala Enhanced Fujita, che va da 1 a 5, era un tornado F4, uno dei più intensi mai verificatisi. Secondo tale scala la velocità del vento, stimabile in base ai danni riscontrati, è compresa tra 270 e 320 km/h, in pratica una media di 300 orari. Lungo tutta la penisola tornado così violenti sono rarissimi, quello considerato più violento della storia, un evento di categoria F5, ha colpito sempre il Veneto (4 luglio 1930), a Volpago del Montello, e sradicò una chiesa intera.
Villa Fini, diventata un simbolo di questa tragedia, è stata lentamente sbriciolata dai venti e dal volo delle macerie che hanno cancellato in meno di un’ora una storia di quattro secoli.
Sono oltre 150 gli sfollati che hanno trovato riparo dai famigliari o negli alberghi che hanno messo a disposizione stanze libere.
In molte è mancata l’energia elettrica e a fare luce ci hanno pensato i fari dei mezzi di soccorso o i telefonini. Attorno l’inferno: alberi sradicati, auto distrutte, vetri in frantumi,marciapiedi sollevati, oggetti di ogni tipo trascinati dal vento, una pedana di accesso per disabili volata via come se fosse di carta nonostante il peso di 12 quintali.
Nonostante la brutalità degli eventi i delinquenti non si sono fatti attendere e appena tre giorni dopo due sciacalli rom intenti a rubare tra le macerie sono stati arrestati dai carabinieri di Dolo, sorpresi a bordo di un furgone carico di materiale rubato dalle case colpite dalla tragedia.
La macchina della solidarietà o l’operosità veneta si sono comunque già messe in moto. La Regione Veneto, il comune di Dolo e altri hanno aperto conti correnti dedicati e centinaia di volontari si sono in questi giorni adoperati per pulire e sistemare e in sole quarantott’ore la Riviera ha già cambiato faccia.