(articolo di R. Conci, La Voce del Trentino, 24.05. 2018)
Alice Magnani
Il 24 maggio 2105 si celebravano gli strazianti funerali di Alice Magnani morta in circostanze tragiche il 21 maggio dello stesso anno in un incidente stradale sulla statale di Dolcè mentre era di ritorno dall’allenamento di Tamburello.
Oltre 2.000 persone si erano radunate nel campo sportivo di Segno per dare l’ultimo addio ad Alice, il cui ricordo è ancora molto vivo nella comunità nonesa e fra tutte le squadre di tamburello. Ai funerali di Alice erano infatti presenti tutte le squadre di tamburello della regione e alcune venute anche da fuori (anche dalla Sardegna), due prefetti, il presidente del coni Trentino Giorgio Torggler e il presidente del comitato organizzatore delle Universiadi Sergio Anesi
Ma presente, quel tragico 24 maggio 2015, soprattutto una comunità, quella della val di Non, attonita e straziata dal dolore, che si è stretta vicino ai genitori Dino e Danielle e alla sorella Isabella, per aiutarli a superare questo tragico momento.
Don Albino nel suo ultimo saluto aveva voluto ricordare alcune parole del testo di Francesco Guccini, «Forte la mano teneva il volante, forte il motore cantava, non lo sapevi che c’era la morte quel giorno che ti aspettava».
Il breve viaggio di Alice è finito dove è iniziato, nel piccolo campo del paese dove ha mosso i primi passi in uno sport che l’ha portata a vincere tutto e a diventare una delle più forti giocatrici di sempre.
Ma Don Albino dopo le commosse parole citate lentamente aveva dato un messaggio di speranza ritornando sul testo della canzone di Guccini, «Voglio però ricordarti com’eri, pensare che ancora vivi, voglio pensare che ancora mi ascolti, e che come allora sorridi, che come allora sorridi». Continuando poi «questa è la riposta che cerchiamo tutti, la risposta che dobbiamo trovare dentro di noi, e con l’aiuto di quello che ci ha lasciato Alice, cioè gioia, tenacia, intraprendenza e bontà verso il prossimo».
Difficilmente si ricordano funerali così partecipati, dove per ore si è sentito solo il dolore e l’angoscia dei genitori e degli amici più cari di Alice.
Molte le lacrime da parte di tutti, ma quel giorno l’apice è stato raggiunto quando don Albino ha ricordato in alcuni parole struggenti la filosofia di vita di Alice, «Nella vita – aveva pronunciato con la voce rotta dall’emozione Don albino – vale la pensa di lottare solo per le cose senza le quali non vale la pena di vivere, questo diceva sempre Alice».
Poi Il parroco aveva alzato il tamburello che Alice ha usato nella sua ultima partita leggendo quanto era scritto in quei 28 centimetri di pelle, «Credici» «Ecco quello che ci insegna Alice – aveva concluso don Albino – a credere sempre, a sperare che dopo il buio ci sia la luce».
In quella triste giornata di allora rimangono scolpiti nella memoria di molti gli sguardi persi nel vuoto di Dino e Danielle Magnani, gli sguardi attoniti dei presenti e i numerosi messaggi di solidarietà degli amici più cari.
«Non ci sono parole, non si può spiegare il dolore che proviamo in questo momento, siete in tanti – aveva detto Dino Magnani abbracciato alla moglie Danielle – se ognuno di voi ci aiuta a portare il peso del macigno che ci è crollato addosso sarà più facile superare questo momento. È stata Alice a scegliere noi, non noi a scegliere lei, è entrata nella nostra casa come una luce piena di energia, ma purtroppo è passata veloce come una stella cometa, troppo veloce…Arrivederci birba, addio Principessa…»
Era stato proprio in quel momento, come per magia, che nel cielo si è aperto improvvisamente un squarcio di sereno, fra i nuvoloni minacciosi, come per accogliere Alice lassù, oltre le nuvole, in Paradiso.
Quando succedono tragedie come queste le domande che tutti ci facciamo sono molte e spesso puntualmente rimangono senza risposte.
Ma forse la morte di Alice è diversa, forse ha un senso, forse quanto lei ha fatto nella sua breve vita rimarrà per sempre nell’anima delle molte persone che hanno avuto la fortuna di conoscerla, di amarla, stimarla e rispettarla.
I valori in cui lei ha creduto ciecamente e per cui ha sempre tenacemente combattuto stavolta non di dissolveranno con le sue ceneri nel vento, ma rimarranno dentro una comunità che saprà reagire subito per continuare quello che lei ha lasciato, cioè, amore, voglia di vivere, voglia di lottare e di… crederci sempre.
Per questo nel suo nome fra pochi giorni prenderà vita il film documentario sulla sua vita. Il film parla delle malattie reumatiche infantili riprendendo la vita di Alice e i grandi traguardi sportivi raggiunti. Il progetto è stato voluto dall’associazione «Il volo» e curato dal regista Massimo Gabbani.
Riva del Garda, 28 settembre 2018