In serbo “srećna krava” vul dire “mucca felice” … e proprio così ci immaginiamo questi splendidi animali nel nuovo caseificio che ci proponiamo di realizzare con gli amici di “Insieme per Sarajevo” e il sostegno di “Rotho Blaas srl”.
In serbo “srećna krava” vul dire “mucca felice” … e proprio così ci immaginiamo questi splendidi animali nel nuovo caseificio che ci proponiamo di realizzare con gli amici di “Insieme per Sarajevo” e il sostegno di “Rotho Blaas srl”.
La guerra che ha sconvolto i Balcani negli anni ’90 ha colpito la Bosnia ed Erzegovina tra il 1992 e il 1995, fino alla stipula dell’accordo di Dayton, che pose ufficialmente fine alle ostilità tra i tre principali gruppi nazionali: serbi, croati e bosgnacchi.
la Bosnia ieri
La Bosnia ed Erzegovina, ex-provincia ottomana, è stata storicamente uno Stato multietnico. Secondo il censimento del 1991, il 44% della popolazione si considerava musulmana, 32,5 % serba, il 17 % croata e il 6 % come jugoslava.
la guerra
Nel marzo 1991 i presidenti Franjo Tuđman (Croazia) e Slobodan Milošević (Serbia) s’incontrarono informalmente per discutere sulla spartizione della Bosnia tra Croazia e Serbia. I croati avevano l’obiettivo di annettere al neonato Paese la parte croata mentre serbi perseguivano la politica di “tutti i serbi in uno stato”. La situazione non tardò quindi a escalare e nel marzo ’92 un gangster bosgnacco fece fuoco su un matrimonio serbo ortodosso accendendo la miccia del conflitto armato.
la Bosnia oggi
La guerra in Bosnia ed Erzegovina non ha soltanto causato moltissime vittime e danni materiali, ma ha distrutto dalle fondamenta la dimensione morale della società: le politiche etno-nazionaliste, che hanno svolto un ruolo cruciale nel conflitto, sono riuscite a dissolvere l’integrazione, la tolleranza e la fiducia reciproca tra le persone, evidenziata nei tanti “matrimoni misti” che si registravano in Bosnia.
A causa di quattro anni di violenze e pulizia etnica, i cittadini della Bosnia hanno perso quasi tutti i diritti fondamentali, perché la vita stessa aveva perso valore, ed è stata attaccata e degradata la loro integrità individuale, riducendoli puramente alla loro componente etnica.
Negli anni questa distanza sociale, invece di diminuire, è continuata a crescere: le nuove generazioni vivono oggi in ambienti in cui predomina solo la loro etnia e frequentano scuole distinte con programmi distinti; s’impedisce così ogni possibilità di interazione e integrazione tra i diversi popoli.
La maggior parte dei problemi che attanagliano la Bosnia di oggi trae origine dal complesso apparato statale ereditato dagli accordi di pace di Dayton del 1995. Basandosi sul motto «uno Stato, due entità e tre nazioni», la comunità internazionale ideò un sistema di veti con l’intento di preservare gli interessi delle nazioni costituenti (bosgnacca, serba e croata), nella speranza che una cultura politica basata sul consenso potesse emergere col tempo.
Tali necessità hanno portato alla creazione di uno Stato federale dalla complessa forma politico-amministrativa costituito da due entità: una federazione croato-musulmana, divisa in dieci unità cantonali con ampia autonomia, e la Repubblica Serba (Rs).
Il distretto di Brčko rimane formalmente parte di entrambe le entità ed è amministrato dalla comunità internazionale. A dare una parvenza di coesione c’è il “triumvirato presidenziale”, i cui tre membri – ciascuno rappresentante una delle etnie costituenti – esercitano a rotazione la funzione di capo di Stato della Bosnia-Erzegovina.
Dayton ha quindi generato un intricato sistema che include 13 unità federali, 14 governi e parlamenti e quasi 200 ministri, rendendo quello bosniaco uno dei sistemi amministrativi più costosi e inefficaci al mondo. I partiti nazionalisti, trincerati in un sistema ideato per loro e abituati ad abusare dei veti incrociati, l’hanno reso ingovernabile.
Tutto ciò si traduce naturalmente in una situazione di estremo disagio soprattutto verso le fasce sociali più deboli a favore delle quali è appunto rivolto il presente progetto.
L’associazione LOVE onlus e l’associazione “Insieme per Sarajevo” Onlus operano da diversi anni nei Balcani nel solco della solidarietà e progettando azioni dirette a creare condizioni strutturali per uno sviluppo economico indipendente, pianificando gli interventi in sinergia con le amministrazioni locali e con gli operatori della zona.
Istocni, sotto questo profilo, possiede due punti due fattori importanti per vocazione produttiva: l’agricoltura e l’allevamento di bestiame da carne e da latte.
gli obiettivi
I contenuti di seguito specificati del progetto riguardano uno strutturale e diffuso potenziamento di un’attività̀ ben presente nell’area. Tale potenziamento consentirebbe agli allevatori di Istočni di fare un salto di qualità̀ sia nell’aumentare e migliorare la produzione, sia nel creare le condizioni per una moderna ed efficace commercializzazione.
Il progetto è sostanzialmente un investimento in termini di sussidiarietà per far decollare gli strumenti economici in grado di favorire lo sviluppo di ricchezza economica e sociale del territorio.
L’impatto che il progetto vuole dare si può così sintetizzare:
Coinvolgimento dei soggetti pubblici e privati dell’area in una sfida comune, con un apporto esterno – LOVE onlus Associazione Insieme per Sarajevo – che fa da garante
il progetto
Coinvolgendo le comunità̀ dell’area, da quelle istituzionali alle categorie economiche, il progetto prevede i seguenti step.
Realizzazione di un caseificio: in una struttura già̀ esistente che viene messa a disposizione dall’Amministrazione locale e che deve essere adeguata per poter inserire le attrezzature necessarie e per assicurare i necessari collegamenti di energia, acqua e smaltimento dei reflui ed è già stata individuata una persona con le qualità̀ tecniche tali da garantire una corretta organizzazione e gestione del caseificio.
L’impianto in una prima fase sarà predisposto per cento litri latte e successivamente, a risultati verificati, incrementati.
Il formaggio prodotto avrebbe da subito una rete commerciale di distribuzione (Mercato di Pale e soprattutto quello di Sarajevo).
Il formaggio inoltre sarà distribuito tramite la realtà̀ turistica importante per gli aspetti storico-culturali che caratterizzano l’intera area di Sarajevo: il legame tra agricoltura e turismo occupa un posto di priorità̀ nelle scelte dello sviluppo economico dell’area.
In questo modo si darà una spinta alle diverse attività̀ agricole tipiche di una economia rurale, con una positiva e complessiva ricaduta sociale per la popolazione locale in quanto utile a realizzare posti di lavoro.
I nuovi capi vanno assegnati all’associazione degli allevatori, la quale con equi criteri li distribuirà̀ tra gli allevatori del paese: ciò̀ permette di rinforzare non solo la materia prima per le attività̀ di raccolta latte, ma anche i legami consortili tra gli imprenditori.
L’acquisto delle mucche sarà̀ effettuato in loco in Bosnia ed Erzegovina, soprattutto perché̀ di razza adeguata alle condizioni climatiche dell’area.
Realizzazione di un Punto raccolta/vendita del latte: a integrazione del programma caseario sopra delineato, si rende opportuno costituire un punto di riferimento che potrà̀ svolgere una pratica funzione progettuale costituendo, da un lato, il luogo di concentrazione delle attività̀ per tutti gli operatori del settore e dall’altra un luogo-marchio con cui promuovere le diverse iniziative che nel tempo andranno a ruotare in materia.
Insieme per Sarajevo
L’associazione è stata creata nel 1996 con lo scopo di aiutare i minori di Sarajevo, orfani di guerra di uno o entrambi i genitori.
Parallelamente all’ospitalità dei bambini, l’Associazione organizza in collaborazione con le IPAB di Vicenza un programma di adozioni a distanza attraverso la collaborazione sia con il Fond IKRE di Sarajevo (un’istituzione governativa locale) che con un orfanatrofio gestito direttamente da una comunità di suore (Suore Ancelle del Bambin Gesù).
Dal 2000 è iniziata una stretta collaborazione con il comando SFOR italiano a Sarajevo mediante la quale l’associazione ha la possibilità di provvedere direttamente alla distribuzione di aiuti umanitari in numerosi campi profughi.
Oltre alla cura dell’infanzia l’associazione ha sviluppato numerose iniziative volte allo sviluppo economico del territorio e in oltre dieci anni ha utilizzato un sistema con forti analogie allo strumento del microcredito attivando un volume di affari che in questi anni ha superato i 250 mila euro e a tutt’oggi tali dinamiche continuano con responsabilità̀ e coerenza perché́ hanno generato anche legami umani.
Con gli amici di “Insieme per Sarajevo” abbiamo già avuto modo di collaborare qualche anno fa nell’ambito del progetto “Insieme per Rudo” per la realizzazione di un Centro Diurno a Rudo, in Republika Srspka.
Rotho Blaas srl
In questo progetto solidale possiamo contare sull’aiuto di un’azienda speciale della provincia di Bolzano, dal cuore alpino ma lo spirito internazionale, presente in 40 Paesi da cui opera in 82 mercati e che, oltre a rappresentare un successo della caparbietà del suo fondatore Robert Blaas, che fondò l’azienda nel 1991, e dalla passione del suo socio Peter Lang, rappresenta un modo di fare impresa attento al sociale. Ogni anno, infatti, l’azienda destina una parte di fondi a progetti di solidarietà e, grazie soprattutto all’attenzione di Piergiorgio Sacchetti, l’azienda ha già supportato in maniera importante, tramite l’operazione Paprika, l’istituzione delle Cucine Popolari, in Kosovo e Metochia, e quindi le migliaia di persone che ne beneficiano ogni giorno grazie alla fornitura di macchinari per facilitare e migliorare il loro lavoro caritatevole.
ROTHO BLAAS srl
Via dell’Adige N. 2/1
39040, Cortaccia (BZ)
www.rothoblaas.it
Puoi sostenere questo progetto e le persone coinvolte così:
Passo passo fino alla realizzazione del progetto 🙂
17 maggio 2022
Acquistato il duplicatore per il caseificio grazie alla donazione di Rothoblaas 🙂
I lavori nel caseificio proseguono e presto potremmo portarlo all’interno.
22 giugno 2022
Terminati i lavori esterni e di muratura interni, il caseificio inizia di Istocni inizia a prendere forma ed è stato trasferito all’interno il macchinario acquistato grazie alla donazione di Rothoblaas.
Continuano i lavori e l’inaugurazione è confermata per l’11 settembre!
Ci vediamo a Sarajevo 🙂
11 settembre 2022