L’associazione “Insieme per Sarajevo”, nostra partner nel progetto, è venuta a conoscenza di Rudo e dei suoi problemi socio economici ancora nel 2000 grazie all’interessamento dei militari italiani allora presenti in quelle zone (con compiti di supporto alla polizia locale, di pattugliamento e messa in sicurezza dei territori, di aiuto alla popolazione) che avevano capito la necessità di un intervento a supporto della popolazione, specialmente delle numerose famiglie con figli disabili ed anziani.
Da subito l’Associazione ha preso contatti con la realtà locale e tramite anche il supporto con una locale associazione (Associazione “NADA”) nel tempo è stato possibile dar vita al progetto denominato “Insieme per Rudo” con l’obiettivo di dare accoglienza diurna, assistenza, formazione e integrazione dei cittadini con disabilità. E’ stato così realizzato un Centro Diurno per persone con disabilità, con operatori formati presso i Centri Diurni pubblici a Vicenza, fornito di un pulmino attrezzato per il trasporto di persone con difficoltà di deambulazione e degli strumenti indispensabili per poter funzionare.
Il Centro ha iniziato la sua attività nel 2005 e per tre anni, attraverso i fondi del progetto, sono stati garantiti dall’Associazione “Insieme per Sarajevo” il trasporto, la mensa e il pagamento degli stipendi agli operatori. Oggi l’attività del Centro continua autonomamente con il contributo del Comune di Rudo e grazie ancora alla supervisione di soci esperti dell’Associazione “Insieme per Sarajevo”, che in questi anni è sempre stata presente anche con l’attivazione di ulteriori microprogetti.
Nel maggio del 2015, alla presenza delle autorità locali e dei membri dell’associazione, il Centro Diurno è stato intitolato alla memoria di Pino Neuberg socio fondatore dell’associazione “Insieme per Sarajevo” prematuramente scomparso, che è stato sempre la vera anima del progetto “insieme per Rudo”.
Ma tutto questo ancora non basta: il Centro Diurno è diventato il riferimento per un territorio sempre più vasto e le attività che vi si svolgono sempre più numerose, tanto che ormai gli spazi risultano assolutamente insufficienti a soddisfare tutte le richieste e al fine di promuovere sempre più un’azione di coesione sociale e di supporto ai più deboli.